Posted on January 3, 2017
Genesis “A Living Story”
A Living Story – Big Thumb Records PG 1300 – U.S.A. 1978. Lato A) Squonk/ All in a Mouse’s night (seconda edizione) – In that Quiet Earth (prima edizione)/ Afterglow/ Eleventh Earl of Mar. Lato B) One for the Vine/ I know what I like (in your wardrobe) – Live Londra, Rainbow Theatre 2 gennaio 1977
Anche se ho già (s)parlato dei Genesis e di questo loro periodo nello specifico, l’occasione di festeggiare un quarantennale è troppo ghiotta, quindi….
…non posso perderla per sovrabbondanza di commenti già fatti! Il concerto in questione è tra l’altro l’inizio del tour di presentazione del nuovo lp Wind and Wuthering, dato alle stampe negli ultimi 10 giorni del 1976 ed è senza meno di ottima qualità sonora e musicale: nel riepilogo dei titoli si noterà la presenza di una indicazione relativamente al secondo brano della prima facciata, non è un refuso ma è il frutto di anni di ricerche ed analisi: esistono due edizioni di questo bootleg, contraddistinte principalmente dalla presenza di due brani diversi l’una dall’altra e, nella prima edizione di un grossolano errore di masterizzazione negli ultimi minuti del brano di apertura (Squonk), laddove si sovrappongono in maniera errata le tracce audio, creando un effetto di caos indescrivibile per circa un minuto, per tornare alla normalità per il finale del brano. Al termine del quale, nella prima versione iniziava lo strumentale “In that quiet earth”, sostituito nella seconda da “All in a mouse’s night”. Ovviamente la prima versione è decisamente più rara, quasi introvabile, a dispetto della grande disponibilità della seconda versione, almeno all’epoca dell’uscita (1979 circa) di questo titolo. Detto questo veniamo al concerto: l’inizio con “Squonk” è ottimo, il brano è già rodato dal vivo ed è ben accolto dal pubblico: la nuova formazione, tale grazie all’inserimento nell’organico dal vivo del batterista Chester Thompson, è sicuramente all’altezza di quella del tour di A Trick of the Tail che vedeva la presenza di Bill Bruford come primo batterista ed il pezzo scorre veloce e preciso per tutta la sua durata. A seconda dell’edizione, subito dopo troviamo “In that quiet Earth” o “All in a Mouse’s night”, comunque inizia la presentazione on stage del nuovo lavoro da studio e appare subito evidente come questo lp sia molto più maturo del precedente, con maggiori momenti di “rischio” presi dalla band, oramai del tutto affrancatasi dalle presenze ingombranti del suo passato…: se ascoltiamo “In That quiet Earth”, se ne può apprezzare la struttura sinfonica, la grande forza trasmessa nei suoi vari passaggi, grazie alle indiscutibili capacità esecutive dei musicisti, in questo brano con particolare evidenza per Steve Hackett e su tutti, di Tony Banks, il quale spadroneggia per tutto il tempo con i suoi synth. La base ritmica è invidiabile e il termine del pezzo è un dispiacere, viste le atmosfere che è stato in grado di evocare (l’estratto audio che si troverà alla fine di queste righe è tratto appunto da questo brano). Nella seconda edizione si trova invece “All in a Mouse’s night”, brano comunque di grande atmosfera, tale da mettere in ottima luce la voce di Phil Collins, alle prese con brani adatti alla sua timbrica. Ottimo il ritmo, come sempre nelle esibizioni live dei Genesis, solo gli applausi rendono possibile capire se si sta ascoltando il brano da studio od in concerto. Segue “Afterglow”, brano che cercherà fortuna anche nella edizione a “7, agile ballabile, un loop bene eseguito e mi viene da dire, meglio supportato dal drumming di Thompson, più muscolare di Collins e Bruford, ma anche in grado di dare toni caldi a ritmi non proprio da discoteca anni ’80, cosa che verrà invece, di li a breve, molto facile e congeniale a Phil Collins nei suoi lavori solisti e nella nuova struttura dei Genesis. Il brano di apertura del lp da studio, “Eleventh earl of Mar”, segue confermando la sua forza e velocità, come a voler colpire chi ascoltava per la prima volta il nuovo lavoro da studio con un colpo forte e preciso: il gruppo c’è ed è al massimo della sua potenza espressiva. Tutti i musicisti danno il meglio, si fa comunque molto apprezzare Mike Rutherford per i suoi molteplici interventi tra basso e 12 corde, a raccordare, come sempre il lavoro di tutti gli altri. Il lato B si apre con un altro brano dal nuovo lp, “One for the Vine”, una mini suite con un inizio molto soft, a nascondere una fase centrale ed un finale decisamente molto intensi. Ottimo Collins, chiamato a raggiungere toni molto acuti, senza sbavature gli altri, chiamati ad eseguire parti molto complesse e veloci. La riuscita del brano è confermata dal boato che ne accoglie la fine e che lascia spazio in un evidente taglio della registrazione originaria, al bis finale, preso dal repertorio dei Genesis con Peter Gabriel, una ineffabile versione di “I Know what I like”, decisamente allungata rispetto all’originale, grazie allo show di Collins nella sezione centrale con il tamburello, cosa che diverrà un marchio di fabbrica del cantante/batterista nei concerti dal vivo. Dal mio punto di vista, poteva essere reintegrata “In that quiet Earth”, dando a questo bootleg il peso di una presentazione del lp Wind and Wuthering in concerto, ma capisco che anche i produttori di bootlegs pensassero a fare cassa, inserendo un brano di sicuro appeal nella scaletta dei brani. Comunque devo dire che per anni questo disco è stato per me come per molti altri, il naturale complemento dell’ufficiale Seconds Out, del quale completa le mancanze rispetto alle allora più recenti produzioni dei Genesis prima dell’addio di Steve Hackett e della conseguente svolta musicale, verso la loro trasformazione nel più grande gruppo pop degli anni ’80.