Goblin “Teatro Nuovo Torino 1975”

Goblin – Teatro Nuovo Torino 1975: Europa (senza numero di catalogo); dubplate trasparente. Side a) Death Dies/ Cold Summer/ Mad Puppet Side b) Goblin/ Il Risveglio del Serpente/ Profondo Rosso. Dal vivo al Teatro Nuovo di Torino il 24 novembre 1975, esibizione come gruppo spalla del cantautore Riccardo Cocciante.

Aggiungo dopo tanto tempo un nuovo titolo, poichè si tratta di un gruppo di non facile reperibiltà, i Goblin, gruppo italiano tra i più noti e ricercati dai collezionisti di tutto il mondo. Resi noti al grande pubblico dalla loro partecipazione alla creazione di alcune tra le più belle ed inquietanti colonne sonore che hanno accompagnato la produzione cinematografica del regista Dario Argento, sono stati però ben di più…

… nello specifico, uno dei migliori gruppi di Rock Progressive italiani ed europei; questo concerto ne è la riprova tangibile, dato che ci presenta il gruppo nel suo periodo di massimo fulgore musicale e compositivo, a cavallo degli lp “Profondo Rosso” e “Roller”, due pietre miliari della musica italiana deli anni ’70. La performance, pur nella sua brevità, dovuta al fatto che i Goblin si esibivano come gruppo spalla di Riccardo Cocciante, allora uno dei più famosi compositori e cantautori italiani con già al suo attivo molti brani da vette delle hit parade e già esibitosi al festival di Sanremo in varie occasioni, la performance dicevo è la sintesi dei due suddetti lp, il primo già dato alle stampe, il secondo da pubblicare pochi mesi dopo, all’inizio del 1976: il gruppo è con la formazione a 5 elementi, con la doppia tastiera di Massimo Guarini e Claudio Simonetti ed si dimostra in grado di ripetere in concerto le particolari atmosfere presenti nei brani da studio, segno della grande capacità tecnico interpretativa di ognuno dei musicisti. Le performances sono molto fedeli agli originali, suonate con energia e con pulizia tecnica ma senza nessuna concessione al virtuosismo personale, testimoniano il rigore del gruppo nell’esecuzione dei loro brani, mai frutto di continue sovraincisioni, ma ottenuti grazie alla grande tecnica dei singoli musicisti. Degno di nota è il brano “Cold Summer”, all’epoca tra quelli che avrebbero dovuto formare l’album “Roller”, ma in realtà non utilizzato nella stesura definitiva del lp, del quale esiste comunque una versione da studio oltre che un paio di registrazioni dal vivo, compresa questa, divenendo uno dei pochi brani inediti del gruppo.