Posted on June 25, 2016
Genesis “All We Need’s A Hit”
All we need’s a Hit – GR 1597 Japan – Lato a) Squonk/ One fo the Vine/ Your own special way**/ Inside and Out. Lato b) The Carpet Crawlers/ Afterglow/ Eleventh Earl of Mar/ I Know what I Like/ Dance on a Volcano/ The Lamb lies down on Broadway*/ The Musical box* – Live at the Earl’s Court London, 23 giugno 1977, except * live at Earl’s Court London, 24 giugno 1977 e ** live at the Free Trade Hall, Manchester l’ 11 gennaio 1977.
L’album Wind and Wuthering dei Genesis è stato uno di quegli LP che ho ascoltato sino a consumarlo. Ammetto che l’uscita di Steve Hackett dai Genesis ha personalmente segnato la fine del gruppo che ho seguito ancora con il discreto And Then There Were Three e abbandonato quasi del tutto da quel momento in poi. Ascoltarli dal vivo in quel periodo ha anche rafforzato questa mia scelta, avendo avuto l’opportunità di ascoltare un gruppo di giovani e talentuosissimi musicisti, liberati dalla presenza ingombrante e totemica di Peter Gabriel che ne oscurava i meriti sul placo, in grado di produrre un prodotto musicale di elevatissimo contenuto tecnico e di pregevolissima fattura artistica.
Il bootleg in questione è appunto una testimonianza della loro abilità tecnica e profonda capacità interpretativa dal vivo. Come quasi regola generale, dato che si tratta di un titolo giapponese, la qualità sonora è mediocre, si tratta di un very good stereo, in minima parte compensata dalla veste grafica decisamente ben curata, anche questo aspetto come regola quasi generale per i prodotti del sol levante.
I brani sono tratti principalmente dal concerto all’Earl’s Court di Londra del 23 giugno 1977 (con un paio di eccezioni che indicherò strada facendo), prima data di un trittico di serate che videro i Genesis impegnati dal giovedì 23 al sabato 25 a partire dalle 19:30 ora locale per un costo massimo di 4£ a biglietto!!!!
A parziale indennizzo per la qualità sonora, va detto che l’lp, pur essendo un singolo, contiene oltre 25 minuti di musica a facciata, permettendoci di avere una fotografia abbastanza ampia di cosa veniva suonato in quel periodo: l’inizio del disco coincide con l’inizio del concerto, con il brano “Squonk” dall’ album A trick of the Tail, del 1976, primo dell’era post Gabriel, interpretato con forza e decisione, una versione molto tirata e decisamente piacevole. L’apporto di Chester Thompson alla prima batteria, visto che Phil Collins era oramai la voce solista del gruppo, è sicuramente determinante questo vigore nelle interpretazioni dei brani, in controtendenza con la precedente tournee del 1976, dove questo ruolo era stato ottimamente interpretato da Bill Bruford, con uno stile però decisamente diverso e più “jazz” nelle sue linee ritmiche. Segue una bella versione di “One for the Vine” da W&W, eseguita in maniera magistrale da un gruppo in evidente ottima vena. Segue a questo punto “Your own special way”, sempre da W&W, ma tratta dal concerto del 11 gennaio 1977 alla Free Trade Hall di Manchester ed è probabilmente una delle poche versioni disponibili di questo brano dal vivo, poiché non risultò essere uno dei più suonati dal gruppo in tour: la qualità sonora è simile a quella del resto del disco, tanto che lo stacco è solo minimamente percepibile. Tornando alla serata dell’ Earl’s Court, si passa ad un altro brano molto raro nel repertorio dei Genesis dal vivo, precisamente ad “ Inside and Out”, dato alle stampe solo su EP in coppia con “Spot the Pigeon” nel periodo di W&W. Introdotto da Phil Collins, il pezzo di fattura molto melodica, viene eseguito con la solita precisione tecnica arricchita da una vena interpretativa elevata, che riesce a rendere decisamente accattivante, pur nella sua semplicità, questo brano, contraddistinto da una prima parte caratterizzata da arpeggi di chitarre a 6 e 12 corde ed un tessuto melodico di fondo dato dalle tastiere di Tony Banks. Caratterizzato da alcune coralità in falsetto, viene ben cantato da tutti, ad ulteriore riprova della verve della serata: la parte finale strumentale è decisamente ben interpretata, con il basso di Mike Rutherford in bella evidenza.
La seconda facciata si apre con un brano da The lamb lies down on Broadway, precisamente “The carpet crawlers”, accolto con entusiasmo dal pubblico al momento della presentazione. Versione di ottima fattura, con un pregevole lavoro di Steve Hackett per tutta la sua durata. Seguono una bella versione di “Afterglow” coinvolgente a livello emotivo ed una altrettanto potente versione di “Eleventh Earl of Mar”, entrambi brani da W&W. La track list indicherebbe a questo punto un brano dal passato, “ I Know what I Like” , ma in realtà si passa ad un altro blockbuster da ATOTT, “Dance on a Volcano”, presentato da Phil Collins, che si congeda dal pubblico con un “Goodnight” che può far pensare all’ultimo pezzo prima dei bis come all’ultimo dei bis stessi, ma questo non è minimamente deducibile da nessun indizio. Il brano è di ottima qualità, partecipato dal pubblico ed interpretato dal gruppo con energia e con grande forza interpretativa. Il finale del pezzo dovrebbe convogliarsi in “los Endos” ma viene bruscamente tagliato, per lasciare spazio a “the lamb lies down on Broadway”: la qualità sonora è leggermente migliore, soprattutto per i toni bassi, cosa dovuta al fatto che si tratta di un estratto dalla serata seguente del 24 giugno, quindi di una registrazione diversa. La parte strumentale è notevole, un po meno efficace risulta la voce, forse leggermente stanca a quel punto del concerto e della tournee, che non riesce a reggere come al solito ai cambi di tono del brano: dopo le tutte le strofe iniziali il pezzo scivola in medley dentro la closing section (come indicato nel live ufficiale Second’s Out) di “ Musical Box”, sempre affascinante nell’esecuzione e questa volta ben supportata dalla voce di Phil Collins che sembra aver superato il precedente leggero appannamento ed imprime forza a tutto il pezzo, decisamente un gran finale per un gran bel disco.