Posted on June 28, 2019
Pink Floyd “Springtime ’round N.Y.C.” Part. 1-2-3
Springtime ‘round N.Y.C. pt.1/2/3 – Europe , Gothic Tapes (senza numero di catalogo) – Part.1: Lato a) Astronomy Domine/Grantchester Meadows. Lato b) Green is the Colour/ Careful with that Axe, Eugene. Part.2: Lato a) The Embryo. Lato b) Set the controls for the heart of the Sun. Part.3 Lato a) Atom Heart Mother. Lato b) Cymbaline/ A Saucerful of Secrets (fade out) Live at Capitol Theatre, Port Chester, N.Y.C. USA 22 aprile 1970.
Si tratta di un prodotto di recente fattura, un classico dubplate in materiale trasparente, in una edizione molto limitata (30 copie!), ed ha la caratteristica di testimoniare un concerto dei Floyd sinora inedito su supporto “vinilico”, a testimoniare una ottima performance del gruppo….
Non entro nel merito della realizzazione in tre volumi separati, cosa che potrebbe rendere ulteriormente difficile entrare in possesso dell’intero set, passo quindi direttamente al commento del concerto. A parte il primo brano, la qualità sonora è buona, in linea con altre produzioni di con certi di quel periodo, il tour degli USA della primavera/estate del 1970, dal quale sono stati tratti molti dei titoli più rilevanti e classici dei Pink Floyd. L’apertura è classicamente con Astronomy Domine, brano interpretato con discreta veemenza e probabilmente con un settaggio audio imperfetto, tale da renderlo un pò troppo caotico all’ascolto. Si apprezza comunque la potente presenza della tastiera di Wright, molto meno si può intuire della parte vocale, persa nel rumore di fondo. Cambia decisamente tutto nell’esecuzione dell’acustico Grantchester Meadows, suonato con perizia dal duo Gilmour – Waters e cantato con grande efficacia interpretativa. Segue una buona versione di Green is the colour, brano melodico che deve introdurre alla violenta escalation del suo alter-ego dal vivo, quella Careful with that Axe, Eugene caratterizzata dal potente urlo di Roger Waters al top della tensione interpretativa. Decisamente una ottima versione, caratterizzata dai “Pictish rants” di Waters sin dalle prime battute e da una tastiera molto presente (missaggio esagerato?). Nella sequenza del set segue The Embryo, personalmente ho però forti dubbi che l’ordine dei brani sia stato rispettato, credo più probabilmente che la presentazione sia conseguenza della diversa lunghezza dei brani, che hanno imposto una riorganizzazione dell’elenco in funzione di una durata coerente delle facciate. Tutti i brani iniziano in modo sfumato, il che rende difficile la ricostruzione della sequenza originale, pur contenendo in alcune facciate, anche sezioni introduttive parlate dai membri del gruppo. Dicevo di The Embryo, una versione abbastanza lunga, oltre 15 minuti, con una sezione centrale decisamente onirica, una ottima esecuzione di questo brano. Prosegue la sontuosa Set the controls for the heart of the sun, forse la migliore esecuzione di tutto il set, in linea con le versioni proposte nel tour europeo di quell’anno, molto dinamica nel suono ed energica nell’interpretazione. Si ascolta quindi una versione di Atom Heart Mother nello standard senza orchestra, buona esecuzione con efficaci passaggi blues nella sezione centrale, non la migliore del periodo ma gradevolmente ascoltabile. Viene quindi proposta una bella esecuzione di Cymbaline (sicuramente fuori posto come sequenza di brani), ben cantata e ben eseguita, sia nelle parti iniziali che nella lunga sequenza mediana con il suono dei passi e delle porte (il brano è eseguito in una versione lunga, oltre 16 minuti, forse poco meno tolti gli applausi alla fine) e chiude il terzo volume del set uno spezzone brevissimo della parte iniziale di Saucerful of Secrets, troppo poco per dirne qualcosa, a parte che è un peccato che non sia presente in maniera integrale.