Pink Floyd “Welcome to the Machine”

Welcome to the Machine – The Swingin’ Pig Records TSP 061. Europa 1990 Lato a) 1 Shine on you crazy diamond parts 1-5, Welcome to the Machine, Have a cigar; Lato B)Wish you were here, Shine on you crazy diamond parts 6-9 – Live in concert at Madison Square Garden, New York. 2 luglio 1977.

E’ abbastanza singolare ascoltare un live senza nessuna traccia dei brani presentati durante quel tour per la prima volta, questo è appunto uno di questi casi: ovviamente si tratta solo della scelta effettuata dai produttori di questo bootleg, il concerto in questione fu, come tutta la tournee dei Pink Floyd negli USA del 1977, diviso in due spezzoni, uno rappresentativo dell’intero lp “Animals”, presentato a partire dal gennaio del 1977 in europa e successivamente portato in giro negli Stati Uniti con una serie di serate, delle quali questa fu l’ultimissima, ed un’altra parte contenente l’album precedente,” Wish you were here”, anch’esso suonato integralmente in concerto. Solo come bis, venne concesso spazio a brani di lp più vecchi, quasi come una speciale concessione ai fans. Nelle memorie dei musicisti, questa fu una delle tournèè più difficili da sostenere, per una serie di motivi riassumibili in una specie di stanchezza di alcuni di loro, nel doversi presentare ogni sera di fronte ad un pubblico da stadio particolarmente esigente ed irrequieto. Soprattutto Roger Waters ebbe a soffrire questo stato di cose, sino ad iniziare ad “odiare” il pubblico che aveva davanti a se ogni sera: questo stato di cose traspare anche nelle esecuzioni dei brani, in misura minore o maggiore a seconda della natura del pezzo. Questo disco riporta solo la parte relativa a “WYWH”, con una forte alternanza di stati di animo molto differenti tra loro, a seconda del brano interpretato. L’inizio è con Shine on you crazy diamond parts 1-5, eseguito con maestria, ma soprattutto nella sua parte iniziale, con estremo distacco e freddezza, senza trasmettere all’ascoltatore l’abituale ventaglio di emozioni sonore contenute nel pezzo: solo dopo l’inizio del cantato, di per se non impeccabile, soprattutto nella voce di Waters che risulta essere “stanca”, affaticata ed in leggera difficoltà nel cogliere tutti i toni previsti, si inizia ad ascoltare una forte vena emotiva, quando il brano mostra la base blues sulla quale si è sviluppato in tutta la sua completezza. Il finale migliora decisamente a livello emozionale, come se suonando, tutto il gruppo avesse deciso di dare un po più di pathos alle esecuzione; notevole la presenza del sassofono di Dick Parry, decisamente in tono con il mood della serata, quindi particolarmente aggressivo. La successiva  Welcome to the Machine risente di questo traino emotivo e porta a galla anche parte di quel “risentimento” covato sotto la cenere: l’esecuzione è infatti molto rock, con un ingresso volitivo e distorto della chitarra di Gilmour ed un cantato decisamente aggressivo; Wright e Mason partecipano con altrettanta decisione, marcando le ancora più cupe sensazioni che emergono dal brano successivo, una versione di Have a Cigar molto grintosa, con un assolo di Gilmour molto difforme dallo standard originale, come se fosse alla ricerca di qualcosa di diverso dal solito. Al cambio di lato, si ascolta una Wish you were here interpretata con uno spirito leggermente rabbioso, precisa ma veloce, meno malinconica rispetto ad esempio, alle versioni degli anni dal 1986 in poi. Chiude questo vinile Shine on you crazy diamond part 6-9, il necessario completamento dell’inizio del lato A, con una complessiva maggior scioltezza interpretativa e gradevolezza all’ascolto. Ottima la qualità sonora, devo dire che, avendo ascoltato su altre fonti il resto del concerto, lo stato d’animo dei performers era assolutamente adatto alle atmosfere di “Animals”, molto più cupe e introverse rispetto a “WYWH”, lp più elegante e di atmosfera meno nichilista: infatti i brani di “Animals” risultarono eseguiti in maniera splendidamente rabbiosa, come lo spirito del disco richiedeva. La carrellata di brani in questo disco offre però l’opportunità di gettare un occhio in uno dei lati più oscuri della luna…