Jethro Tull “Nothing is Easy”

Nothing is Easy – Trade Mark of Quality records TMOQ 71030. U.S.A. 1972. Lato A) Nothing is Easy, To cry you a song, Aqualung, Cross Eyed Mary; Lato B) Wind Up, Locomotive Breath – Live in Concert in 1972 unknown venue –

Anche questa registrazione dovrebbe far parte del tour degli USA del 1972, non sono state fornite indicazioni di sorta all’epoca e non ho avuto modo di approfondire ora la ricerca. Questa registrazione è, anche rispetto ad altre… da me pubblicate, completa di alcuni dei brani maggiormente rappresentativi la storia della band, quelli che anche dopo decine di anni, non sono mai mancati nelle scalette di brani live eseguiti dai Tull. Apre la facciata una versione di Nothing is Easy tranquilla e rilassata, ben interpretata e vivace, direi accademica. Al suo termine segue To cry you a song, tratto da “Benefit”, brano particolarmente apprezzato dal gruppo che all’epoca lo interpretava costantemente, anche se è stato destinato a non avere una duratura e comparabile fame tra i sostenitori della band: vola via veloce, come se non volesse rubare altro spazio ai brani incombenti, vere pietre miliari del repertorio Tull: infatti il brano seguente è Aqualung, uno dei pezzi più incalzanti ed incisivi del gruppo, in una versione tesa e ritmata, ben eseguita da tutto il gruppo in tutte le sue fasi, riff iniziale, ritornello cantato, assolo di chitarra e finale. Solo la scarsa qualità della registrazione ci impedisce di apprezzarla appieno, purtroppo mutilata nelle frequenze più basse ed alte, compressa probabilmente da un registratore di bassa qualità e capacità. Segue e si fa apprezzare parimenti una bella versione di Cross-Eyed Mary, anch’essa rockeggiante e tonica, con un bell’assolo di flauto centrale a chiudere la facciata. La seconda facciata si apre con Wind Up, lunga suite anch’essa tratta dal classico “Aqualung”, introdotta al pianoforte da John Evans e caratterizzata da un assolo di chitarra centrale da parte di Martin Barre, con molti rimandi a sonorità e brai molto in voga all’epoca, una specie di tributo ai colleghi di ruolo. Termina la facciata una versione di Locomotive Breath, brano che verrà utilizzato quasi sempre come fine concerto e poi addirittura come bis, per la sua struttura cadenzata ed incalzante, che porta facilmente il pubblico a ritmare la fine del concerto con gli applausi.  Ancora una volta una buona serata in compagnia dei Jethro Tull.